di Luisa Valenzuela
Il Procuratore muore allude a un episodio di cronaca nera che Luisa Valenzuela non cita direttamente, ma che è di dominio pubblico e ha sconvolto l’Argentina: il presunto suicidio di Alberto Nisman, celebre oppositore del kirchnerismo. E lo fa con una trama originale, che parte dall’incontro di un ex commissario della Polizia Federale, Santiago Masachesi, costretto al pensionamento forzato perché in lotta contro la corruzione delle forze dell’ordine, con la sua fidanzatina di gioventù, Teldi, riportandolo agli anni in cui, assieme, divoravano letture poliziesche. Masachesi conserva del vecchio “Santi” soltanto la passione per Miss Marple e Montalbano, che hanno determinato il suo modo di investigare, facendosi trasportare dall’intuizione e dall’immaginazione. Teldi, invece, ha continuato a vivere di letteratura e ha scritto un romanzo incompiuto, che fa leggere a Masachesi, creando una finzione dentro la finzione, con atmosfere oniriche e di realismo magico che fanno da contrappunto alla ricostruzione del magnicidio di Nisman. Dallo stile originale e arguto, a tratti labirintico, Il Procuratore muore è anche un esercizio di scrittura e di metaletteraura, in cui la scrittrice indaga sui limite della parola ed esplora possibilità espressive che travalicano generi e convenzionalismi.